martedì 17 febbraio 2009

FORSE OGNI TANTO ANCHE LORO PENSANO...

RIPORTIAMO QUA SOTTO UN ARTICOLO DI VARESE NEWS, IN CUI LA CGIL HA DETTO E PROPOSTO QUALCOSA DI SENSATO.
OVVIAMENTE COME COLLETTIVO AUTORGANIZZATO NON CONDIVIDIAMO LE IDEE E LE POSIZIONI DI CGIL,MA CI SEMBRA GIUSTO RIPORTARE UN ARTICOLO CHE SPIEGA LA GRAVE SITUAZIONE DEI LAVORATORI EDILI NELLA NOSTRA PROVINCIA. (STAREMO A VEDERE SE SI TRATTA DI CHIACCHIERE O SE TENTERANNO DI FARE REALMENTE QUALCOSA).

"In soli due mesi persi 400 posti dilavoro nell'edilizia. La proposta della Camera del Lavoro punta sui cantieri delle infrastrutture e sull'edilizia sociale. A rischio soprattutto lavoratori immigrati
Cgil: "Rilanciamo le opere pubbliche"

La crisi in edilizia si misura in metri cubi che si riducono. E da quando è iniziata la crisi la riduzione si è vista. Per la Fillea-Cgil, numeri alla mano, si tratta di una situazione destinata a peggiorare in fretta, se non si prendono provvedimenti immediati sul territorio. La proposta della Camera del Lavoro di Varese punta in due direzioni: da una parte le infrastrutture pubbliche, dall’altra l’edilizia sociale e di recupero. «Nel primo punto - spiega la segreteria della Fillea Cgil – rientrano cinque opere importanti per il territorio: il potenziamento della tratta ferroviaria Gallarate-Rho, la realizzazione del collegamento ferroviario Arcisate Stabio e collegamento di Malpensa con la linea internazionale del Sempione, la realizzazione dell’autostrada Pedemontana e la tangenziale di Varese».
(foto, da sinistra: Brahjmaj Pjerin e Flavio Nossa, segretari della Fillea Cgil, Renzo Andreotti, Simona Ghiraldi e Vincenzo Annesi)

Grandi opere che se aggiunte agli interventi di riqualificazione di aree degradate e di edilizia sociale, magari con una applicazione dei criteri della bioedilizia, potrebbero evitare al settore una caduta in picchiata. Decidere subito sarebbe necessario in quanto il tempo medio della cantierizzazione di queste opere, dall’annuncio del politico alla costruzione del cantiere, è di tre anni.

In provincia di Varese in edilizia (intesa come legno arredamento e settore costruzioni) lavorano circa 28 mila persone. Nel 2008 gli iscritti alla cassa edile, cioè i lavoratori impiegati nelle 2.309 imprese edili, erano 9.500, perlopiù stranieri. Negli ultimi due mesi dello scorso anno, per effetto della crisi, l’occupazione era già calata di 400 unità. Il prezzo più caro lo ha pagato il nord del Varesotto con 100 posti di lavoro saltati nel Luinese, ma la previsione della Cgil è pessima perché il 40 per cento dei lavoratori è impiegato in microaziende che sono il 65 per cento del totale ( solo una azienda di costruzioni supera il 60 dipendenti).

«In questa situazione – spiegano i sindacalisti – a rimetterci saranno soprattutto gli stranieri, perché sono i più ricattabili. Il loro permesso di soggiorno è legato al posto di lavoro e questo aspetto incrementerà il sommerso. Attualmente i due terzi dei lavoratori in edilizia sono sottoinquadrati: in pratica li si paga come manovali anche se sono muratori finiti, e il resto glielo si dà fuori busta. Inoltre, sono in aumento e partite iva perché per essere imprenditore di se stesso è sufficiente avere un metro e un secchio».
La Fillea Cgil Lombardia, nel quadro della campagna di iniziative lanciate con l’assemblea nazionale che si è tenuta il 27 gennaio a Milano con Guglielmo Epifani, organizza per domani, martedì 17 febbraio, a partire dalle 10 un presidio sotto il Pirellone, in piazza Duca D’Aosta a Milano."
VARESE NEWS

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