giovedì 26 marzo 2009

2 ARTICOLI: LA CRISI IMPERVERSA L'ITALIA GLI RISPONDE CON I CACCIABOMBARDIERI..CHE VANNO IN PEZZI

La crisi c'è(già che l'hanno ammesso è un buon passo avanti) ora il problema è il come risolverla.Mentre gli USA e gli altri stati europei cercano di attivarsi e trovare nuovi posti di lavoro sviluppando l'ecologia e trovando altre forme d'economia più compatibile con l'ambiente,qui in Italia la crisi si risolve costruendo più case e "grandi opere",dando soldi ai manager e alle banche ed ora anche costruendo aerei militari.Conclusioni=mentre il resto del mondo cerca d'andare avanti noi ruzzoliamo indietro di almeno un secolo grazie alla nostre "insostituibile" classe dirigente.---------------------------------------------------------------------------------------


I nuovi caccia F-35 costeranno 13 miliardi.
Entro il 16 aprile le commissioni Difesa di Camera e Senato dovranno esprimersi sul programma di riarmo aeronautico presentato dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, che prevede l'acquisto di 131 caccia-bombardieri da attacco F-35 Lightning II nell'arco dei prossimi diciotto anni. Spesa complessiva: oltre 13 miliardi di euro.
Velivoli 'stealth' di quinta generazione che dal 2014 dovrebbero progressivamente sostituire tutta la flotta aerea d'attacco italiana, attualmente composta dai Tornado e dagli Amx dell'Aeronautica e dagli Harrier-II della Marina.
Sessantanove F-35A a decollo convenzionale verrebbero destinati alle forze aeree, mentre sessantadue F-35B a decollo rapido o verticale andrebbero a finire sui ponti delle portaerei 'Garbaldi' e 'Cavour'.

Per le missioni all'estero.
Nei mesi scorsi il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Vincenzo Camporini, aveva definito l'acquisizione degli F-35 "assolutamente vitale per la difesa" del nostro Paese.
In realtà, per la 'difesa' propriamente detta dello spazio aereo italiano sono già stati spesi oltre 7 miliardi di euro per l'acquisto di 121 caccia Eurofighter in sostituzione dei vecchi F-104.
Pur definendo il programma come "destinato alla difesa nazionale", il testo che il ministro La Russa ha sottoposto alle commissioni parlamentari enuncia chiaramente la destinazione d'impiego degli F-35 "nelle missioni internazionali a salvaguardia della pace" in virtù della loro "spiccata capacità di impiego fuori area".

Un affare per Finmeccanica.
I caccia F-35 sono il frutto del programma di riarmo internazionale Joint Strike Fighter (Jsf) lanciato dagli Stati Uniti a metà degli anni '90, al quale hanno aderito molti Paesi alleati, tra cui l'Italia nel 1996 con il primo governo Prodi (adesione confermata nel 1998 dal governo D'Alema e nel 2002 dal secondo governo Prodi).
Il nostro Paese partecipa al consorzio industriale Jsf - guidato dalla statunitense Lockheed Martin - tramite l'Alenia, l'azienda aeronautica del gruppo Finmeccanica. Lo stabilimento piemontese di Cameri (Novara) è già stato attrezzato per diventare l'unica linea di montaggio finale del velivolo al di fuori fuori dagli Stati Uniti, dove verranno assemblati tutti gli F-35 destinati alle forze aeree del Vecchio Continente (per ora è certa l'Olanda). Secondo i piani, l'Alenia di Cameri si occuperà anche delle successive revisioni e aggiornamenti per tutta la vita operativa degli F-35, vale a dire per altri trentacinque anni circa.

Un riarmo contro la crisi.
Secondo la Difesa, il super-bombardiere F-35 creerà almeno 10 mila posti di lavoro, genererà un forte sviluppo tecnologico dell'industria italiana e determinerà un incremento del Pil.
Insomma, il riarmo come via d'uscita dalla crisi economica, come con la Grande Crisi degli anni '30 e con la Grande Depressione di fine '800. Peccato che in entrambi i casi questa strada abbia condotto a guerre mondiali.
Di certo - questo il documento di La Russa non lo dice - l'impiego dei nuovi bombardieri nelle missioni "di pace" produrrà anche morti, mutilati e sofferenza. E se non dovessero mai venire usati - improbabile - risulteranno del tutto inutili. Forse questi 13 miliardi di euro di denaro pubblico - nostro - potrebbero essere investiti in qualcosa di più utile alla collettività. Spetta alle due commissioni parlamentari decidere nelle prossime settimane.

--------------------------------------------------------------------------------------Il pilota dell'F-16 Usa ha dovuto sganciare i contenitori
di carburante per non perdere il controllo dell'aereo

PORDENONE (25 marzo) - Il serbatoio piovuto dal cielo, peso circa mezza tonnellata, è rotolato per circa trecento metri fermandosi davanti ad alcune case.

Il tutto sotto gli occhi terrorizzati di una bambina che stava giocando in giardino.

Si è rischiato veramente grosso ieri pomeriggio quando un caccia Usa F-16 in difficoltà ha sganciato i due serbatoi di carburante che sono piombati in via Puia a Tamai di Brugnera.

Uno ha sfondato il tetto di un fienile adibito a magazzino, danneggiando un'auto. L'altro è rotolato tra le case.

I serbatoi, dotati di robuste protezioni, fortunatamente hanno retto l’urto e non si sono incendiati.

A Tamai hanno sono intervenuti i vigili del fuocoa e i carabinieri che si occuperanno di ricostruire l’accaduto, contattare quanti hanno subito danni, recuperare e restituire i serbatoi ai responsabili della Base Usaf di Aviano.

Per ora è un mistero la causa dell'avaria che ha costretto il pilota alla manovra d’emergenza.

Una scelta disperata che è stata fatta per scongiurare guai peggiori.

Il pilota ha infatti sganciato i serbatoi perché, altrimenti, avrebbe rischiato di perdere il controllo dell’aereo, precipitando sui centri abitati della zona.

Nella sostanza, tra due eventi gravi, ha scelto quello che avrebbe rischiato di causare il male minore.

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