La lotta dei lavoratori della Ahlstrom di Gallarate comincia a far vedere i primi risultati. I venti dipendenti della multinazionale finlandese che opera nel ramo tessile questa mattina (11 marzo), hanno incontrato nella sede di via XXIV Maggio i rappresentanti dell’azienda, insieme ai sindacalisti dell’AlCobas e ai delegati Rsu di Gallarate e Cressa. L’incontro si è tenuto su richiesta dall’azienda, dopo la decisione dei giorni scorsi di ritirare la procedura di mobilità per 61 lavoratori (20 a Gallarate) avanzata il 7 gennaio scorso.
«L’azienda ha comunicato che intende arrivare ad un accordo con tutte le organizzazioni sindacali - spiega una nota del sindacato autonomo -. Ci hanno informato che intendono modificare il piano industriale presentato all’atto della richiesta di mobilità. Ahlstrom, per l’eccessivo costo economico, non intende più spostare i macchinari di Gallarate a Mozzate, riconfermando però la chiusura del sito produttivo gallaratese. Inoltre la proprietà intende richiedere al ministero l’utilizzo della cassa integrazione straordinaria per 12 mesi e in quel periodo aprire la procedura di mobilità per 59 lavoratori, con la disponibilità alla collocazione dei volontari. Se poi alla fine dei 12 mesi di cassa non si raggiunge il numero di 59 lavoratori volontari, l’azienda ha comunicato che procederà al licenziamento dei rimanenti lavoratori con i criteri di legge. I lavoratori di Gallarate potranno essere smistati negli stabilimenti del gruppo e la prossima settimana verrà messa in pratica la cassa integrazione ordinaria, in attesa dell’autorizzazione a quella straordinaria».
La delegazione sindacale ha preso atto positivamente della decisione aziendale di annullare la procedura di mobilità e contemporaneamente di aprire una trattativa sulla situazione aziendale, sollevando però alcune contrarietà: «Rimane inaccettabile ed anche industrialmente miope, la decisione di Ahlstrom di chiudere lo stabilimento di Gallarate – spiegan la nota sindacale -. Per noi è impraticabile un accordo che comunque porti dopo 12 mesi di cassa straordinaria al licenziamento di lavoratori posti in mobilità oltre al volontariato. Non condividiamo inoltre, la decisione aziendale di continuare, su richiesta dell’unione industriale di Torino, con due tavoli di trattativa, uno con noi ed un altro con i sindacati confederali. Abbiamo comunicato all’azienda la nostra immediata disponibilità, dopo aver consultato i lavoratori, alla ricerca di un accordo, mantenendo però i presidi negli stabilimenti di Gallarate e Cressa».
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