Abbiamo ricevuto 2 testimonianze da dei ragazzi del Varesotto che hanno partecipato alla manifestazione di Bergamo.Ci sembrava significativo pubblicarle per permettere alla gente di leggere e capire cosa è successo realmente quel giorno,aldilà delle invenzioni mediatiche.Inoltre vorremo anche che fosse un modo per non dimenticare quei gravissimi fatti e permettere a chiunque di rifletterci sopra. Le due testimonianze partono entrambe dal momento in cui avviene la carica selvaggia da parte della polizia dopo che il corteo principale si è diviso in due.
PRIMA TESTIMONIANZA:
Arrivando a un incrocio vedo sbucare delle camionette da cui scendono poliziotti che correndo bloccano una via costringendoci ad andare nell'unica direzione possibile. Mi trovavo vicino al cordone di polizia che bloccava appunto questa via, non appena ci incanalano nella strada che faceva da incrocio con questa via partono a caricare dal dietro, allora comincia subito una fuga da parte di tutti i presenti. Dopo aver percorso parte di questa via arriviamo a un bivio e vedo spuntare altre forze dell'ordine che si incitano al grido di: “carica, carica”; ne vedo sbucare sempre di più e proseguo correndo verso la strada di sinistra che, a una prima occhiata mi sembrava libera. Invece da dietro le macchine spuntano altri caschi blu e mi sento picchiare sulle gambe,probabilmente da due manganelli diversi, a questo punto mi giro per capire bene cosa succede e per cercare altre vie di fuga e vedo il comportamento della polizia durante la carica: colpi sferrati con i manganelli al contrario, colpi violenti e diretti alla testa e al volto delle persone inermi, ragazzi immobilizzati con scarponi dei poliziotti in testa, altri ragazzi inermi e a mani alzate venire picchiati senza motivo.
Nel giro di pochissimo tempo viene riservato anche a me questo trattamento ,ricevo qualche manganellata e poi vengo spinto brutalmente nel mucchio con gli altri fermati a ridosso di una vetrina. Siamo costretti ad ammassarci uno sopra l'altro in uno spazio realmente limitato, e chi non si siede subito viene picchiato gratuitamente.
Mi ritrovo anch'io a ridosso della vetrina pensando che le botte fossero finite. Nel giro di un momento arriva un poliziotto schiumante di rabbia che tenta di tirarmi fuori dal gruppo senza motivo. Riesco a malapena a chiedere il motivo e che cosa avessi fatto che vengo insultato ripetutamente e picchiato a freddo sulla schiena e sulla testa.
Cercavo di spiegare che non avevo fatto niente e chiedevo di smetterla e di lasciarmi ma lui si fissa con me. Dopo questa prima scarica di botte il poliziotto si allontana e torna col suo caposquadra, il signor sechi (?) che gli dice: “vuoi lui,vuoi lui?”, indicandomi. A questo punto il caposquadra si avvicina e tenta anche lui di tirarmi fuori dal gruppo rompendomi il giubbotto, per fortuna gli altri ragazzi fermati riescono e tenermi con loro e evitano che mi prendano in disparte (tutto questo accompagnato da manganellate a destra e a manca).
Quando la situazione si calma un attimo (cioè smettono di picchiarci) ci comunicano che ci portano tutti in questura, a questo punto il caposquadra mi afferra e mi separa dal gruppo e ordina un poliziotto di guardarmi a vista, a breve arriva vicino a me un altro ragazzo di Monza, ignaro anche lui come me di cosa avesse fatto di diverso dagli altri.
Arriva il pullman di linea dopo circa 30 minuti e iniziano a caricare a bordo tutti gli altri fermati, poi caricano noi due per ultimi sempre tenuti in disparte: ci ammanettano e ci fanno sedere sugli ultimi posti in fondo al bus, sempre guardati a vista dai due poliziotti.
Arrivati in questura ci tolgono le manette, ma a me e all'altro ragazzo di Monza continuano a tenerci separati dagli altri. Noto che il caposquadra ha sempre tenuto e continua a tenere in mano un bastone di legno trovato sul luogo della carica: questo bastone viene passato di mano in mano ai vari poliziotti incaricati di sorvegliarci in questura.
Mentre aspettiamo in un corridoio della questura ci mostrano vari oggetti che sostengono di aver raccolto sul luogo della carica, tra questi vi è il mio cappello che non mi è stato restituito.
Mentre i poliziotti passano in rassegna la roba sequestrata noto che quello incaricato di guardarci continua a tenere in mano questo bastone senza metterlo insieme al resto delle cose, comincio a pensare seriamente che verremo picchiati ancora.
Dopo una ventina di minuti di attesa ci portano a fare foto segnaletiche e ci prendono le impronte digitali come fossimo due terroristi, sempre guardati a vista dai due poliziotti armati di questo bastone.
A un certo punto visto che la procedura di registrazione richiede molto tempo arriva il cambio per i nostri guardiani e noto che il poliziotto con in mano il bastone lo passa al collega dicendogli: “dovete tenere sotto controllo quei 2 ragazzi, poi li portate in quello stanzino. Questo + il loro bastone...” Si allontanano e non riesco a sentire la fine della conversazione, ma immagino che gli abbia detto di portarci li col bastone per picchiarci. Infatti non appena finiscono di prendere le nostre impronte, le due nuove guardie cominciano a portarci verso questo stanzino (sempre armate di bastone). Durante il tragitto vengono (fortunatamente a questo punto) viste da un loro superiore vestito in borghese che gli prende il bastone dalle mani e gli dice. “che cazzo fate con questo??”
Allora ci portano nello stanzino in cui cominciano a parlare con noi, per fortuna la voglia di picchiarci gli era passata.
Dopo un'oretta e mezza il caposquadra Sechi ci chiama uno alla volta e ci comunica che avremmo passato la notte in stato di fermo e che lunedì ci sarebbe stato il processo per direttissima e che ci avrebbero giudicati.
Rassegnati aspettiamo li nello stanzino ancora un oretta circa e veniamo poi richiamati da un comandante (?) che ci comunica che per sua volontà ci lascia andare, dopo averci fatto firmare in modo del tutto frettoloso le denunce senza avermi dato il tempo di leggerle. Verso le 23:30 vengo rilasciato e scortato verso l'uscita dal caposquadra il quale mi ha incolpato in maniera ingiustificata di possedere il bastone che i poliziotti si son passati di mano in mano in questura e di essermene liberato scagliandolo contro il cordone di polizia, io gli ho fatto notare che quando la polizia ha caricato e quando poi sono stato picchiato sono sempre stato disarmato.
Insomma, mi hanno usato come capro espiatorio per giustificare le loro violenze.
SECONDA TESTIMONIANZA 2:
Arrivati a un incrocio (non lontano dalla stazione che era dritta davanti a noi) vedo sbucare alcune camionette di polizia da cui scendono immediatamente diverse squadre di polizia le quali senza motivo e senza comunicarci nulla (che so: “disperdetevi o carichiamo” o cose simili) si incordonano e fanno partire una carica immotivata estremamente decisa (quindi non di alleggerimento) obbligandoci a deviare nell'unica strada rimasta aperta. Subito presi dal panico cominciamo tutti a correre e scappare,vedo solo un paio di fumogeni che vengono lanciati nel tentativo di rallentarli. Durante la corsa vedo persone cadere a terra, alcuni poliziotti prenderli a calci. Siamo un po tutti nel panico, vedo davanti a me la strada che prosegue dritta e a circa 30 metri un'altra strada che arriva da sinistra, vedo che un po di gente corre in quella direzione e mi accodo. Tempo di giungere nei presso dell'incrocio che vedo sbucare una miriade di poliziotti e carabinieri da quella strada che chiudono ogni via di fuga e cominciano a picchiare selvaggiamente. Corro dove vedo altri ragazzi, nei pressi di una vetrina e, senza capire cosa stia succedendo ci troviamo ammassati contro questa vetrina con le varie forze dell'ordine che gridano come ossesse e picchiano indiscriminatamente, sembrano invasi da una rabbia sadica, si vede che provano a piacere nel picchiare visto il loro accanimento sugli inermi. Tutte le mani si alzano e si grida di smetterla, che siamo disarmati. A stento si placano e cominciano a gridare “seduti, seduti”, sembrano in preda a una crisi nevrotica. Per mia fortuna riesco a buttarmi subito in terra, le due persone di fianco a me non vi riescono subito (mancava lo spazio materiale) e ricevono diverse manganellate finchè non riusciamo in qualche modo ad accatastarci l'uno sull'altro.
Mentre siamo seduti e inermi veniamo insultati e minacciati ripetutamente (“vi ammazziamo tutti”, “siete delle merde, adesso non fate tanto i duri”, “non muovetevi o vi meniamo” ecc ecc). Ogni tanto portano altri ragazzi (rastrellati nei dintorni) che vengono buttati in mezzo al gruppo. Non vengono risparmiate le manganellate, un signore di mezza età davanti a me viene continuamente fatto alzare, manganellato e ributtato in mezzo a noi. Questo avviene 4 o 5 volte. Ma non è l' unico, sono in tanti a ricevere le botte. Passiamo una terribile ventina di minuti tra l'angoscia e le continue minacce, finchè non arriva il questore (credo) che dice di portarci via tutti, che ci avrebbero schedati e arrestati tutti. Minaccia anche lui: “adesso gliela facciamo passare noi la voglia a questi qua,adesso ci pensiamo noi così la smettono....”. I ragazzi di fianco a me cominciano a venir portati via, su un bus di linea sequestrato per l'occasione; arriva il mio turno,vengo sollevato e ammanettato e portato a mia volta sul bus.
Trattano male pure l'autista.
Dopo un breve viaggio arriviamo in questura dove veniamo portati in massa in uno stanzino sporco con una griglia di ferro che dovrebbe fungere da branda. Ci tolgono le manette e ci perquisiscono.
Siamo nella stessa stanza maschi e femmine con i bagni sporchi e senza porte, solo più tardi si otterrà che le ragazze vengano portate in un altra stanza. Tra noi ci sono dei feriti uno abbastanza grave,continuiamo a chiedere un ambulanza per lui ma i carabinieri non ci ascoltano, se ne fregano. Ha evidenti tagli, botte e ematomi sulla testa ed è bianco in volto. Solo dopo mezz'ora o forse più ci comunicano l'arrivo dell'ambulanza, il ragazzo viene portato via (sempre nella massima calma e senza fretta da parte loro). Tornerà poco dopo con qualche medicazione sulla testa e abbandonata dai carabinieri sulla dura griglia di ferro. È cianotico in volto, sta a noi accertarsi continuamente delle sue condizioni, i carabinieri se ne fregano. In questura continuano a minacciarci e insultarci: “siete delle merde”, “non sapete combattere da uomini fate schifo”, “comunisti e anarchici di merda non servite a niente, vi ammazziamo” e via dicendo. Dobbiamo parlare a bassa voce altrimenti ricominciano le minacce. Escono ed entrano per scrutarci tutti con aria di scherno, sempre tra insulti vari. Qualcuno accenna una canzone, viene portato fuori e tenuto per mezz'ora fuori al freddo,in mezzo a loro, tra continui insulti. Va via la luce varie volte, una di queste un carabiniere è dentro con noi e ci intima di tacere, perchè quando va via la luce li possono farci succedere qualunque cosa, ci dice di fare molta attenzione, ci zittiamo tutti in un batter d'occhio nell'angoscia generale.
Passiamo qua diverse ore in questo stato, senza sapere che sorte ci toccherà e senza sapere cosa stia succedendo fuori dal momento che ci viene ordinato di tenere i cellulari spenti senza che ce ne venga spiegato il motivo. Pian piano a piccoli gruppi veniamo portati, finalmente tocca a me.... vengo portato in un'altra stanza, qua subiamo un altra perquisizione e vengono compilati i vari verbali. A me non viene rilasciato nulla. Terminate queste operazioni vengo scortato fuori e finalmente liberato, saranno state le 11 di sera. Di fuori attendiamo che vengano liberati tutti, alla fine ci viene comunicato che due se li tengono loro (uno di quei due era proprio il ragazzo picchiato che stava male nella stanza con noi) e verranno arrestati. Chiediamo spiegazioni, diciamo che non è giusto e parte un altra semi-carica che schiaccia le persone contro il muro, il questore è arrabbiato nero , ha quasi messo le mani al collo a una ragazza.
Ad oggi 11\03\2009 ancora non so se e per cosa sono stato denunciato.
Ad ogni modo, avendo avuto l'occasione di parlare con altri denunciati, le denunce varie son state date completamente a caso, non avendo fatto nulla di quello che ci è stato attribuito.
Si parlerà di vetrine rotte e scene di guerriglia urbana,nulla di tutti ciò è successo, le uniche cose che abbiamo fatto son state scappare e prendere botte e insulti.
Vorrei fare un'altra precisazione, ovvero il fatto che ritengo che la loro azione sia stata premeditata, infatti prima di arrivare all'incrocio non si era visto mezzo poliziotto in antisommossa, appena arrivati li siamo stati caricati improvvisamente e incanalati in questa strada in cui, alla prima laterale, si son riversati altri carabinieri e poliziotti in un evidente opera di accerchiamento. gravissimi fatti e permettere a chiunque di rifletterci sopra.
giovedì 12 marzo 2009
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